UN ATTIMO FINISCO LA PARTITA

Andrea ha 13 anni, due mani e un prolungamento degli arti: un joystick rosso fiammante su cui le dita si muovono con una velocità e una coordinazione degna solo di una sinfonia di Beethoven suonata al pianoforte.
Pollici e indici si muovono rapidi e in simultanea per pigiare i tasti di destra, di sinistra e quelli dietro, senza mai abbandonare l’analogico. Il corpo si muove e partecipa attivamente; non sorprenderebbe vedere i suoi addominali rinforzati in seguito alle numerose partite alla playstation. Lo sguardo è assente, o meglio assente nella realtà ma partecipe e super attivo in quella virtuale, dove comunica, parla in inglese, inveisce, esclama e a volte reagisce con scatti di rabbia sbattendo il joystick sulla scrivania.
Questo è lo spettacolo a cui assistono Marco e Marina, i genitori di Andrea, tutti i giorni.
Ormai esausti, lo chiamano per la cena con una cantilena che già nell’intonazione contiene tutta la sua inefficacia e la certezza di doverla ripetere tante altre volte prima di poter ottenere un risultato:
– Andrea, è pronta la cena!-
– Un attimo! –
 -Andrea è pronto! –
– Finisco la partita! –
– Andrea, basta! –
– Ecco… arrivo! –
E il vocabolario del botta e risposta si arricchisce di pochi altri vocaboli prima di arrivare alle urla, alla minaccia, al ricatto e alla annessa punizione per il giorno dopo puntualmente oggetto di trattativa e di conseguente riduzione.
Perché i genitori di oggi non sono come quelli di una volta così come non lo sono i figli, e neanche i giochi. Bambole di pezza e soldatini hanno lasciato il posto ad animali parlanti e robot che, a loro volta, sono stati spiazzati dagli amati-odiati videogiochi.
Marco e Marina sono seduti a tavola e, in attesa che arrivi Andrea per la cena, si fanno coraggio a vicenda  ricordandosi che con gli altri due figli sono poi arrivate le uscite con gli amici, l’interesse verso il mondo femminile, finché il videogioco è stato declassato tra gli intrattenimenti del pomeriggio, pur restando onnipresente nelle ore notturne e nelle domeniche piovose.
Sono genitori piuttosto allineati sulle direttive da dare ai figli ma, come in tutte le famiglie, c’è sempre uno dei due che, in fondo in fondo, se non ci fosse l’altro sarebbe più tollerante e, scavando, va a finire che la pensa anche in modo dissimile:
– Marina, hai visto che uno studio fatto dalla piattaforma di analisi dei videogiochi competitivi Stakester  ha dimostrato che quello del giocatore di videogiochi obeso è uno stereotipo? Perché il videogioco oltre ad aumentare le capacità visuo spaziali e del problem solving consente, in due ore di gioco, di bruciare oltre 400 calorie!-
– Ah bene, quindi quest’anno al posto dell’abbonamento in palestra ci compriamo una console da piazzare in camera da letto?-
– Non ho detto questo, ma sicuramente questo spauracchio del videogioco forse può anche essere un po’ rivisto che dici? In fondo era nato come un gioco che isolava da tutto e tutti e ora è invece molto socializzante. Andrea sta parlando, da oggi pomeriggio, non solo con gli amici di scuola e del quartiere, ma con ragazzi di mezzo mondo!”
– Sì, infatti l’isolamento è nei confronti dei genitori, perché è come se fosse in un’immersione subacquea!  Solo che al posto delle bombole e dell’erogatore ha cuffie, microfono e schermo, e per comunicare con lui c’è un solo modo: avvicinartici e strappargli tutto di dosso! Comunque oltre ai risultati di questa singolare ricerca, guarda caso fatta da una società appartenente al settore, hai anche visto cosa è successo in Cina?-

-No, cosa è successo?-

– Il governo cinese seriamente preoccupato dalla dipendenza dei giovani sviluppata dai giochi on line, definiti in precedenza “oppio per lo spirito”, ha introdotto misure ancora più restrittive per gli under 18 rispetto a quelle già in vigore, che prevedono la possibilità di giocare solo dal venerdì alla domenica dalle 20 alle 21 inserendo l’obbligo per i fornitori dei giochi on line di fornire il servizio solo con il riconoscimento facciale e i dati di età e identità. Non solo: ha avviato una campagna di sensibilizzazione chiedendo  il supporto della stampa. Il tutto per la tutela fisica e mentale del minore e la sua buona crescita-
– Mi sembra un segnale forte e chiaro che avrà delle ripercussioni, ma il trend dei videogiochi, già crescente negli ultimi anni, ha avuto negli ultimi tempi uno sviluppo senza precedenti dovuto in parte alla crisi sanitaria e in parte allo sviluppo tecnologico! Il tutto è testimoniato da un ROI medio del 101,33 % su base annuale delle cinque azioni più performanti-
– Cosa è il ROI?-
– Il ROIReturn on Investment– è uno degli indicatori di bilancio più utilizzato in finanza per valutare l’efficienza di un investimento.  Il ROI sintetizza il rendimento della gestione dell’azienda rispetto all’intero finanziamento aziendale, cioè la bravura nel far fruttare sia il capitale dei soci (capitale proprio) sia quello dei terzi finanziatori (debiti)-
– E quindi gli analisti, per selezionare i titoli da inserire in un fondo di investimento, utilizzano questo indice?-
– Beh non solo questo; un indice molto importante è anche il ROE che invece rappresenta la remunerazione del capitale investito dai soci in un’azienda (capitale netto). Spesso si confronta il ROE con il rendimento di strumenti privi di rischio come per esempio il BOT o il deposito bancario e la differenza viene chiamata Premio al rischio. Se il Premio al rischio fosse zero non avrebbe senso investire nell’attività rischiosa. Ci sono poi indici che informano sul grado di indebitamento dell’azienda, altri che danno indicazioni sul margine di profitto sulle vendite e ovviamente non sottovaluterei l’analisi qualitativa che un gestore fa utilizzando tutte le informazioni in suo possesso-
– Bene, mi sembra di capire che le aziende di videogiochi godono quindi di ottima salute…-
– In finanza è tutto molto più complesso della tua sintesi, ma sicuramente il settore verrà impattato dallo sviluppo tecnologico galoppante, dal 5G e dal relativo miglioramento della tecnologia della realtà virtuale, così come il cloud gaming giocherà un ruolo chiave nella crescita di questo mercato, perché eviterà presto la necessità di hardware, installazioni, cavi, ecc-
– E quindi per contribuire al benessere del settore continuiamo a far giocare per ore Andrea e magari compriamo una nuova console anche per te?-
Nel frattempo arriva Andrea che ha carpito la parte finale e più interessante del discorso ed esclama:
– Davvero, papà, compriamo la console nuova?-
Marina e Marco si guardano e da bravi genitori fanno fronte comune con un fermo
– No! Buon appetito!-

Photo by Ion Sipiolov on Unslash

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