PERCHE’ DONARE/VENDERE LA NUDA PROPRIETA’

Giulia sale le scale di corsa, un gradino dietro l’altro, a volte due insieme.

Da tempo ha bandito l’ascensore, nonostante abiti al sesto piano, e considera il salire e scendere a piedi un utile esercizio fisico, che le mette a posto la coscienza sulla necessità del movimento quotidiano.

Ma c’è qualcosa in quell’abitudine, che va oltre tutto questo: è il piacere di vedere, salendo da un piano all’altro, la luminosità che cambia, di sentire il vociare ovattato di una conversazione, una telefonata lontanissima, un bambino che piange, gli odori che si sovrappongono, dal caffè ai peperoni, dal bucato all’arrosto… tutto si insinua sotto la fessura delle porte e lei, passando, immagina la vita scorrere dietro di esse.

Arriva a casa, con il respiro affannato e l’accoglie Claudio che, sorridendo, le chiede:

– Hai ficcato il naso anche oggi negli undici appartamenti dello stabile?-

– Guarda che io salgo le scale, mica mi metto ad origliare alle porte!-

– E ci mancherebbe altro! Io scherzo… del resto si sa che nel condominio un pezzo di privacy va sacrificata per la curiosità comune!-

– …a proposito di privacy… giuro che non potevo non sentire! Stavano attaccati alla porta e discutevano animatamente: ho sentito Angelo e Clarissa del terzo piano che parlavano di vendere la nuda proprietà… io non so neanche cosa voglia dire…-

– Vendere la nuda proprietà di un immobile vuol dire vendere la proprietà mantenendo il diritto reale di godimento, quindi di continuare ad abitarci per tutta la vita. Ovviamente il prezzo di vendita sarà proporzionale all’età dell’usufruttuario-

– Come lo si stabilisce?-

– Esistono dei coefficienti redatti periodicamente dal Ministero delle Finanze che si basano sulle aspettative di vita statistica in Italia e sul tasso d’interesse legale in vigore-

– Ma qual è il vantaggio?-

-Ma come qual è il vantaggio!!! Il venditore può incassare subito un capitale con cui può vivere meglio o che può donare ai figli senza che debbano attendere la successione-

– I vantaggi per il venditore mi sembrano evidenti, ma per l’acquirente?-

– Anche lui ha i suoi vantaggi, perché la nuda proprietà acquisita aumenta man mano che l’età dell’usufruttuario avanza. Oltretutto l’acquirente può trasferire a terzi la nuda proprietà realizzando magari anche un guadagno così come il venditore può cedere l’usufrutto

– Scusa, ma poi le spese chi le paga?-

– Le spese di manutenzione ordinaria le continua a pagare l’usufruttuario, cioè chi gode il bene, e così pure le imposte (imu, tasi, irpef e tassa rifiuti) mentre al proprietario della nuda proprietà spettano le spese di straordinaria amministrazione

– A me sembra una cosa molto vantaggiosa soprattutto per chi non ha eredi, per chi li ha invece, secondo me, è discutibile…-

– Va valutato, come tutto… certamente la donazione può complicare poi un’eventuale vendita futura da parte dell’ erede della nuda proprietà, anche se ora esistono delle polizze apposite, ma spesso donare la nuda proprietà al figlio è un ottimo modo per anticipare l’eredità, mantenendo il diritto di abitare nella propria abitazione, seppur già donata, perché fidarsi è bene ma…non si sa mai… Ci sono poi anche dei vantaggi fiscali-

– Quali vantaggi fiscali?-

-Innanzitutto blocchi le aliquote e le condizioni della successione ad oggi senza dover temere che possano diventare più sfavorevoli in futuro e poi l’imposta per la donazione/successione del 4%* è calcolata sul valore catastale ridotto in base all’età dell’usufruttuario e, quando il genitore non ci sarà più, l’usufrutto si estinguerà e la proprietà si ricongiungerà automaticamente (c.d. elasticità) con l’usufrutto. In questo modo il figlio, senza dichiarazione fiscale o pagamento di tasse, basterà che presenti al catasto il certificato di decesso e chieda la cancellazione dell’usufrutto dal certificato catastale-

– Comunque conoscendo la situazione di Angelo e Clarissa, credo che discutessero proprio per questo. Immagino che lui, amante dei viaggi, desideri vendere la nuda proprietà per avere un certo capitale e goderselo negli anni che gli restano, mentre lei, a cui pesa anche andare al bar e ha ben poche velleità, vorrebbe lasciare l’immobile al loro unico figlio, che, detto fra noi, non ne ha certamente bisogno, e donargli la nuda proprietà-

-Sai che ti dico, cara la mia pettegola? Che stasera quando vado a buttare l’immondizia non prendo l’ascensore, scendo a piedi per le scale e, se sono fortunato, magari sento la conclusione della vicenda-

Le dice scoppiando a ridere

-Io non sono pettegola, sono curiosa: mi piacciono le storie degli altri, mi arricchiscono, ma da parte mia nessun giudizio, mai! –

– Va bene allora a te l’onore di buttare l’immondizia stasera! Non vorrei privarti di stralci di vita preziosi!-

*In caso di discendente in linea diretta, l’aliquota è pari al 4% con franchigia di 1 milione di euro

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