IL PAESE DEI BALOCCHI

Rebecca entra nel centro di fisioterapia per la prima volta. Un ingresso zeppo di cimeli: fotografie di ballerini e sportivi che ringraziano Jac, il responsabile  del centro, per i suoi “miracoli”, stampelle che giacciono per sempre a terra grazie al suo intervento, la messa in mostra da parte dell’Autore di un’adorazione nei suoi confronti, senza  traccia alcuna di discrezione e umiltà. 

Cammina ancora e nel grande spazio, sovraffollato di ogni sorta di macchinari e lettini, intravede, sul fondo, un enorme acquario tropicale; attratta, va per guardarlo, ma subito la invitano ad accomodarsi sul secondo lettino a destra. Continua ad avanzare tra cyclette e tapis roulant, quando si accorge che dietro di lei un treno da modellismo sfreccia  a tutta velocità sui binari e, emettendo il classico fischio, scompare in una lunga galleria.

Raggiunto finalmente il lettino, volge lo sguardo in alto: sta passando lenta, su cavi che vanno da una parte all’altra delle pareti, una funivia, riproduzione fedele in miniatura; poi ancora un po’ più in là colorati palloncini in vetro soffiato che sembrano sospesi nell’aria, scritte luminose e lampeggianti ed un televisore che trasmette musica . Rebecca si guarda intorno sbalordita…

-Ma dove sono finita?-

– La signora accanto, che sta passando distratta e annoiata un macchinario sul suo gomito, la guarda e sorridendo le dice:

-Non ti illudere!  E’ come il Paese dei balocchi: tutto questo serve per camuffare le “torture” che in realtà avvengono qui…” 

e scoppia a ridere-

Nel frattempo Jac, il fisioterapista proprietario del centro, suona una specie di campana tibetana e canta “venite, venite le ferie son finite!”

Cinzia non può fare  a meno di commentare guardandolo andar via:

-Mah… a me questo sembra tutto matto…è proprio sconclusionato!-

– In effetti sì, sembra matto e forse lo è pure, ma è bravo, come tutti i suoi collaboratori del resto. Entri qui e ti iniziano a far fare cose apparentemente scollegate e casuali, sembra che sia tutto improvvisato dal terapista di turno e poi scopri che invece è tutto rigorosamente e minuziosamente  annotato su una  scheda e che hanno sempre presente e chiaro l’obiettivo, nonostante il percorso tortuoso per arrivarci. Insomma devono portarti alla guarigione con passi avanti e a volte passi indietro-

– Sicuramente devi avere fiducia, altrimenti meglio che vai via subito… Perché il percorso di guarigione non è lineare e sai quanti dubbi possono venirti mentre continui con le sedute e a volte sembra che migliori e il giorno dopo magari stai peggio? … un po’ come una pianificazione finanziaria con il consulente finanziario….-

– Perché… tu hai un consulente finanziario? Io tengo i soldi sul conto… non ne sento la necessità-

– Ce l’ho per lo stesso motivo per cui tu sei qui e non in giro ad aspettare che il dolore al braccio peggiori fino a diventare tendinite cronica e invalidante. Stare ferma ti farebbe solo peggiorare dal punto di vista salute. E così tenere i soldi sul conto non farebbe altro che consumare i miei soldi. Mi spiego meglio: l’inflazione reale è quella che conta ed è quella che fa diminuire annualmente il potere di acquisto del denaro che hai. Con 1000 euro non riesci più a comprare le stesse cose di un anno fa. E questo è incontrovertibile: in 20 anni 1000 euro sul conto sono diventati 585!-

– E che il consulente ha la bacchetta magica?-

– No, certo che no. Come non ce l’ha Jac, ma conoscendo la tua situazione economica, reddituale, previdenziale, familiare , le tue esigenze e i tuoi obiettivi può elaborare un percorso da fare insieme utilizzando gli strumenti più adatti, esattamente come i macchinari che vedi qui. Lui, come Jac, conosce i mezzi, ne adeguerà la potenza alle tue esigenze e li modificherà se necessario durante il percorso-

– In verità, qualche volta, ho comprato qualche azione consigliata da un amico oppure ho seguito i consigli sui giornali –

– Insomma come curarsi con “i rimedi della nonna”…-

sorride Cinzia

Rita resta basita da tanta “confidenza” presa da parte di una persona appena conosciuta, ma Cinzia l’ha costretta  a riflettere e a constatare che forse quello che le ha appena detto ha un fondo di verità. Ma non ha neanche il tempo di pensare che Cinzia continua:

– Vedi, si ricorre a qualcun altro un po’ per tutto, anche per  cambiare una lampadina, ma quando si tratta di gestire i propri soldi ognuno pensa di fare “meglio” di un professionista, di riuscire a prevedere il momento giusto in cui investire, quello perfetto per disinvestire e di scegliere i prodotti migliori-

– Forse c’è anche un po’ di diffidenza …-

– Sicuramente, ma c’è anche una confusione su quello che è il vero compito del consulente: non è quello di raggiungere il massimo rendimento, ma di raggiungere un obiettivo stabilito dal cliente cercando il massimo rendimento con un determinato rischio…-

– Adesso ti seguo un po’ meno…-

– Se tu hai un obiettivo: ad esempio accantonare dei soldi per acquistare tra 10 anni una casa e compri un’ azione che ti rende il 30 % in pochi giorni, potresti sentirti vincente rispetto ad una pianificazione fatta con un consulente che, dovendo tener conto dell’obiettivo e del rischio che si può correre, in quei pochi giorni avrà ottenuto probabilmente un rendimento decisamente inferiore. Ma se quel titolo azionario che  hai comprato subisse invece una perdita importante? O se addirittura il suo valore si annullasse dopo qualche anno,  a causa del fallimento della società? Il mondo odierno è pieno di incognite ed insidie e puntare su dei titoli equivale ad una scommessa, così come lasciare i soldi sul conto equivale ad una perdita certa nel tempo. Non resta altro che stabilire degli obiettivi ed affidarsi ad un professionista per gestirne il raggiungimento-

– Ma lui può garantirmi il raggiungimento?-

– Purtroppo questo non è possibile in nessun campo: neanche un luminare in medicina  può garantirti la guarigione da una patologia pur operando con tutti i crismi. Un consulente però ha tutto l’interesse morale ed economico affinché gli obiettivi vengano centrati e soprattutto sarà in grado di gestire il rischio meglio di chiunque altro non professionista scegliendo strumenti non soggetti a fallimento, bilanciando e diversificandoli tra loro, scegliendo la modalità di ingresso più stabile e soprattutto selezionando quelli più idonei per la circostanza e modificandoli se necessario. Un consulente onesto deve saper dire che il rischio zero non esiste e deve astenersi dal fare promesse di rendimenti mirabolanti che possono non essere raggiunti se non in rare condizioni-

– In sintesi parte da me per arrivare ai prodotti anziché il contrario come avviene con il “fai da te”…-

– Perfettamente-

Intanto Jac che si aggira disinvolto tra i vari pazienti si volta verso Rita e, guardando il modo con cui passa lo strumento, le urla:

– Con più amore! Non è un ferro da stiro!-

E poi, con grande interesse, le chiede:

– Riesci a piegare il gomito?-

Rita replica:

– Ci provo…-

e lui senza neanche farle terminare la frase:

– …’nce devi provà ce devi riuscì!-

e se ne va

Cinzia, allibita, mentre attende timorosa le istruzioni per la sua terapia, lo segue con lo sguardo e tra se’ sussurra:

– Sì, questo è veramente matto! Ma la sua determinazione mi fa capire che conosce bene la strada per arrivare a destinazione!-
 

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