Al terzo giro dell’isolato Paolo finalmente trova parcheggio, lascia la macchina e con passo veloce si dirige verso la banca, entra nella porta “futuristica” e puntualmente una voce lo ammonisce:
“Si prega di depositare gli oggetti metallici nell’ apposita cassettiera”
Sbuffa, svuota le tasche e deposita tutto dentro la cassetta, fa per chiudere e si accorge di non avere monete…rientra nella porta e cerca disperatamente di richiamare l’attenzione di un impiegato all’interno della filiale…nulla…
-lo fanno apposta a non alzare lo sguardo…- pensa tra sé, urtato.
Riprende le sue cose e va al bar di fronte per farsi cambiare i soldi, con uno stato d’animo a dir poco furioso. Entra, parlando da solo:
-Sembra una caccia al tesoro! Anno 2020: pagamenti elettronici, carte di pagamento, monete virtuali e qui stiamo ancora con la monetina!-
Nino, il giovane barista, lo conosce bene e cerca di distrarlo:
-Butta male oggi Paolo eh!-
Paolo avrebbe voglia di ignorarlo, ma la sua innata educazione non glielo consente e ribatte:
-Mi sono innervosito per via della banca…io odio le banche!-
-E c’hai raggione le banche so’ tutte ladre!- gli risponde nel suo idioma.
Un avventore seduto alla sua destra, vestito di tutto punto, alto, con baffi importanti e lunghi capelli bianchi ripete la frase di Nino ad alta voce:
-“Le banche sono tutte ladre…” : è bizzarro constatare che le persone vedano la banca come un nemico da cui difendersi, l’entità che se affonda o fallisce dà quasi un brivido di compiacimento, quasi fosse una sorta di piccola vendetta-
Il barista Nino cerca di specificare:
-No, non dico che so’ contento se una banca fallisce, ma non ho capito perchè tutto questo darsi da fare per salvarle coi soldi dello Stato…-
L’avventore nel frattempo porge la mano a Paolo e si presenta:
-Piacere sono Antonio, e lei mi sembra di aver capito che si chiami Paolo e che l’hanno fatta innervosire…si accomodi, se ha due minuti mi farebbe piacere fare quattro chiacchiere con Lei, io ho tempo da vendere-
Paolo resta basito…lui invece va abbastanza di fretta, ma il modo di parlare di questo signore è talmente elegante che lo affascina e, quasi come un automa, si siede senza neanche capire perché.
Antonio con i suoi modo gentili e raffinati inizia a parlargli :
-Lei, a giudicare dall’età, avrà sicuramente studiato su un sussidiario*… e sono sicuro che è quello che le viene in mente se le nomino la parola Mesopotamia. Ecco, ora la sfido a non associare a questa parola due nomi in coppia e, probabilmente, mai pronunciati singolarmente: TIGRI ed EUFRATE e ASSIRO-BABILONES! Non ci riesce vero? Ah i ricordi dell’infanzia! Restano impressi per sempre in modo indelebile…-
Paolo capisce che ha fatto un grande errore a sedersi, non avrebbe mai dovuto…è davanti ad una persona che lo terrà lì inchiodato per chissà quanto tempo facendo voli pindarici su argomenti strampalati…
-Si starà chiedendo, caro Signor Paolo- continua Antonio- dove voglio arrivare… semplice, vorrei che alla parola Mesopotamia lei potesse associare anche il luogo dove sono nate le prime banche e, direi di più:

Mesopotamia come “culla della finanza”-
Paolo, sempre più sconvolto, e nello stesso tempo affascinato dal racconto di questo stravagante signore, ordina un caffè, chiedendo ovviamente ad Antonio cosa desideri bere:
-Per me un bicchiere di cognac, diluito con acqua bollente e una fetta d’arancia, grazie-
Paolo dissimula a stento un’ espressione di disgusto per la miscela ordinata e neanche il tempo di terminare l’ordinazione che Antonio continua:
-Le prime attività di custodia dei beni e dei tesori erano legate a quelle religiose, ahimè atavico legame.
I templi babilonesi, protetti da recinti, conservavano le offerte dei fedeli e le riserve auree e argentee degli Stati, erano sede dell’attività economica, amministrati dai sacerdoti-banchieri sotto l’ala protettrice della divinità. E la scrittura cuneiforme sulle tavolette di argilla, ritrovate in gran numero, nasce in Mesopotamia proprio per la necessità di prendere nota delle varie operazioni di prestito che venivano concessi con interesse. Lo sa che ci sono testimonianze scritte di interesse composto?-
Nino posa il caffè e il cognac sul tavolo e si intromette chiedendo al signor Antonio:
-L’interesse semplice so che cos’è : prendo del denaro in prestito e per il “noleggio” ti devo restituire l’importo preso più una certa %, in pratica è il costo del denaro, ma l’interesse composto? Cos’è?-
-L’ interesse semplice si calcola sempre sul capitale iniziale, in sintesi, su un capitale di 100 euro, se il tasso è il 20% annuo, ogni anno è pari a 20 euro. Nell’ interesse composto invece il tasso di interesse viene aggiunto ogni anno al capitale iniziale formando il capitale successivo su cui si ricalcolerà il tasso. In sintesi da 100 diventa 120 il primo anno, ma dal secondo si calcola il 20% non più su 100 ma su 120 e quindi non sarà più 20 euro ma 24 euro e poi sarà il 20% di 144 (100+20+24) e così via..
-Accidenti… ma è una trappola… –
– Si chiama anche anatocismo e infatti il nostro codice civile oggi lo vieta. Ad ogni modo tornando alle oltre 20.000 tavolette ritrovate, alcune rappresentavano note di debito, rappresentative del debito di una persona, e queste venivano cedute e cominciavano a circolare ed essere considerate come una sorta di moneta di argilla-
Paolo ora è rapito dal racconti di Antonio, ha iniziato a piovere e la luce del sole è diventata fioca, il tempo sembra essersi fermato in quel bar e incuriosito chiede:
-Quindi hanno trovato testimonianze concrete di una vera e propria attività bancaria non proprio primitiva…incredibile!-
-Assolutamente- replica Antonio- addirittura di primi derivati, strumenti economico finanziari evoluti in cui una persona riceveva dell’argento e si impegnava a consegnare una data quantità di orzo, determinata dal rapporto di cambio argento/orzo futuro…signor Paolo mi guarda come un marziano..!-
-Ho sempre pensato che l’attività bancaria fosse iniziata in Grecia e poi con i Romani; mai avrei pensato che la sua origine potesse risalire al 3000 a.c…- gli dice Paolo affascinato
-E’ anche vero che è nel medioevo che il termine banca assume il significato moderno.
Per gli economisti una banca è tale se svolge tre funzioni:
-prestare denaro
-ricevere denaro in deposito
-creare moneta, intendendo per moneta la totalità dei mezzi di pagamento bancari, carte di credito, assegni ecc…-
Paolo alla parola assegni sembra uscire dallo stato di “incantesimo” e improvvisamente si riconnette con la realtà:
-A proposito di assegni, io la devo salutare perché devo andare a ritirare il mio assegno circolare in banca… oggi pomeriggio ho il rogito della mia nuova casa. –
-Le faccio i miei più cari auguri, ma prima di salutarla le vorrei dire alcune considerazioni sulle banche riferendomi alla frase del signor Nino “sono tutte ladre”… io auspico veramente una regolamentazione migliore per le banche, una gestione diversa di tante realtà bancarie, un controllo decisamente maggiore da parte degli enti preposti. Insomma, spero che si possa riportare la banca al suo importante ruolo sociale, perché l’economia moderna è fondata sul credito, attraverso il quale le imprese possono investire, creare innovazione ed espandersi creando nuova ricchezza perché questa è una delle funzioni della banca ed è il motivo per cui va “salvaguardata” –
Paolo lo guarda con stima e lo saluta:
-Perfettamente d’accordo con lei signor Antonio; è stato un piacere conoscerla e ascoltarla, spero di rincontrarla presto-
Poi si rivolge a Nino:
-Nino, mi cambi una banconota in monete da un euro, per favore?-
*per i Millennials: alle elementari fino a qualche decina di anni fa si era forniti di due libri, uno di letture ed uno dove c’erano le altre materie: storia, geografia, scienze, religione che si chiamava sussidiario.
**studi di Bulgarelli, articolo del 2013 edito dall’ Università “La Sapienza” di Roma