Sara vive a Pesoli, nota località balneare (di fantasia) dove il turismo impazza e qualsiasi attività durante i mesi estivi contribuisce al fatturato annuo compensando la “magra” invernale.
Qualsiasi attività tranne la sua, che langue d’inverno e forse ancora di più l’estate: un negozio di stoffe, di quelli con i tessuti ripiegati sulle assi di legno e l’angolo con gli scampoli nel cesto di vimini.
Sara lo ha ereditato dai propri genitori ed è ancora vivo il ricordo della mamma che consiglia tipo e metraggio di stoffa alla cliente e del papà che srotola con disinvoltura le diverse fantasie sul bancone e, munito di forbici, taglia con destrezza e precisione.
Del resto è facile ricordare: il negozio è fermo nel tempo.
La vetrina? Un tuffo nel passato.
I vestiti confezionati si trovano ovunque e a qualsiasi prezzo e scegliere una stoffa, prendere le misure, provare, ritirare, costa tempo, fatica e denaro.
Così il negozio vede avventori sempre più di rado e quasi mai turisti.
Sara getta uno sguardo al passato, uno al presente, si rende conto che il mondo è cambiato e decide che per il suo negozio non c’è più futuro: chiuderà.
Annika vive a Starkievjk, nota località turistica (di fantasia) nei dintorni di Stoccolma. Ha ereditato la stessa attività di Sara, ma l’ha “trasformata”, pur continuando a commercializzare stoffe, e gli affari vanno a gonfie vele.
La vetrina curata e colorata, piena di tovaglie e tovagliette, strofinacci da cucina dalle fantasie originali, tutti fatti con stoffe made in Svezia, attrae turisti che, incuriositi, aprono la porta a vetri facendo suonare la campanellina e vengono avvolti dal profumo di glogg, il nostro vin brulè.
Ad accoglierli Annika, che offre loro un bicchiere di vino rosso caldo e speziato, un biscotto tradizionale alla cannella e indica loro il tavolinetto dove servirsi se ne vogliono ancora.
Gli ospiti si guardano intorno, rapiti dall’atmosfera un po’ magica in uno spazio aperto, luminoso e pulito; alle pareti ripiani colmi di tovagliette da colazione, tovaglioli e piccoli oggetti di stoffa, perfetti anche da regalare.
Annika gli mostra la parte posteriore del negozio, pieno di bellissime stoffe, le stesse che ha anche Sara nel suo negozio di Pesole, e un tavolo con una semplice macchina che in pochi minuti taglia e fa l’orlo alla tovaglia che ogni cliente può richiedere dopo aver scelto il tessuto e portarsi via in 10 minuti.
Qualcuno esita nel ricordare le misure e Annika prontamente fornisce un cartoncino con i contatti per comunicarle on line successivamente; provvederà lei a spedire.
Quale allineamento dei pianeti ha consentito tutto questo?
Caso?
Fortuna?
Semplicemente un’idea!
Ne aveva parlato con Marco, il suo consulente finanziario, che le aveva consigliato:
– Annika, chiedi un prestito, 20.000 euro, potrai fare le piccole modifiche al locale che desideri e comprare la macchina da cucire che hai visto –
Con il passare dei mesi Marco si era reso conto che le entrate erano tali da consentire di pagare le rate del prestito e di accumulare una liquidità infruttuosa nel conto.
Aveva contattato Annika e con un’accurata pianificazione avevano optato per accantonare una certa cifra mensilmente in un fondo bilanciato, con un rischio medio.
Sono passati quattro anni, il prestito è stato chiuso e Marco chiama Annika:
– Il fondo bilanciato ha avuto un buon rendimento, possiamo metterlo come garanzia e aprire un fido che ti consentirà di avere liquidità disponibile sul conto, pagando un tasso di interesse molto basso sulla cifra che utilizzerai come scoperto; nessun altro costo! Né di apertura pratica, né amministrativo-
-Quindi avrò dei soldi disponibili e non dovrò vendere il fondo che sta andando bene? E non rischio nulla perché in qualsiasi momento posso vendere il fondo e rientrare dello scoperto? –
-Esatto-
– Perfetto! Procediamo! Mi è venuta un’idea… –
Perché si sa…un’idea tira l’altra!