SI GIOCA ANCORA CON I SOLDATINI? E IL BTP HA ANCORA IL MANTELLO?

Maurizio e Rosita si danno appuntamento in un bar.

Sono passati tanti anni dall’ultima volta che si sono visti, sono stati vicini di casa dalla nascita, poi Rosita nell’età dell’adolescenza ha cambiato città e la vita li ha allontanati.

Tuttavia l’ incontro di oggi riconsegna loro, come per magia, una confidenza tipica di chi ha condiviso i momenti dell’infanzia e sorridono al ripensare ai tanti episodi vissuti insieme.

-Ti ricordi quando giocavamo con i soldatini? –

Sorride Rosita, perché ricorda bene che per lei giocare ai soldatini era l’unico modo per interagire con quel bambino vicino di casa e unico coetaneo del palazzo:

– Certo che me lo ricordo: ero invidiosa perché tu ne avevi tantissimi ed io al contrario avevo un bel rifornimento di bambole, ma sui soldatini lasciavo a desiderare; del resto ci giocavo solo con te per poi riporli nel dimenticatoio…-

– Ti ricordi che impiegavamo ore per farli stare tutti in piedi? E pensare che mio figlio Fabio credo non sappia neanche cosa siano i soldatini …-

– Mi stai dicendo che non li vendono più?-

– Sì, certo che li vendono- le dice sorridendo Maurizio- ma è un gioco “antico”: ormai siamo passati dalla conquista dei territori alla conquista dello spazio… Lui gioca con i robot che si scontrano tra di loro, non camminano, non cadono banalmente a terra come i nostri militi dopo le nostre schicchere, loro volano in alto… “verso l’infinito e oltre…” –

– Comunque, se ci pensi, resta sempre lo scontro tra il bene e il male, il buono e il cattivo; è cambiato soltanto l’obiettivo: non più la difesa o la conquista di un territorio, ma quella di uno Spazio non tangibile-

– Forse perché i confini dei nostri Stati praticamente non esistono più…-

– Dici? Su questo avrei molto da parlare… torniamo alla conquista dello spazio che poi è quello che avviene oggi anche nella realtà: tutto si sta spostando dalla terra all’etere, sempre più in alto: il 5 G, la geolocalizzazione, i droni, i satelliti, le frequenze, le connessioni. Finiremo per trovare la salvezza nello spazio, che sta perdendo, forse, anche un po’ di fascino-

– Tante cose stanno perdendo il loro fascino… si va sempre più verso una smaterializzazione, un possedere senza toccare, un comprare senza vedere…-

– Ma tutto questo ha anche dei risvolti positivi…-

gli dice Marisa che ha conservato il suo ottimismo di sempre

– Certo! Come tutte le evoluzioni: scientifiche, tecnologiche finanziarie! –

– Finanziarie? –

gli chiede un po’ perplessa Rosita

– Sì, anche finanziarie. Pensa all’acquisto di un semplice titolo di Stato, un BTP, per esempio: un tempo dovevi uscire di casa, entrare in un’agenzia bancaria, parlare con un impiegato, dare del denaro e ricevere in cambio un pezzo di carta bello grande, costituito dal mantello e dagli strip, lo toccavi, lo guardavi, lo possedevi, lo custodivi per anni e poi lo riconsegnavi in banca per ricevere la restituzione dei soldi prestati anni prima, più l’interesse. E adesso? Adesso sei seduto a casa, clicchi un tasto su una tastiera, virtualmente paghi, virtualmente hai il BTP e virtualmente lo rivenderai, accumulando una plus o una minus in uno zainetto fiscale, anch’esso virtuale, che compenserai, ovviamente virtualmente…-

Maurizio posa il bicchiere sul tavolo e, con lo sguardo un po’ perso, va indietro negli anni e continua:

– Ricordo che mio padre aveva un vecchio titolo di Stato in un cassetto, tenuto per ricordo: era un BTP, con tanto di mantello e cedole attaccate-

– Hai detto un mantello? Lo Spritz inizia a fare effetto?-

– Sono lucidissimo! Tu piuttosto sai cos’è un BTP?-

-Sì, è come il BOT…-

– Non proprio… Entrambi sono titoli di Stato, cioè debito emesso dallo Stato italiano, che i risparmiatori acquistano in cambio di un interesse, ma il BOT si definisce “zero coupon”, perché non ha cedole e il guadagno per l’acquirente consiste nello scarto tra il valore di acquisto e quello di rimborso (che è sempre pari a 100)-

-E il BTP invece? Cos’è questo mantello?-

– Il BTP (Buono Poliennale del Tesoro) ha una scadenza più lunga del BOT (Buono Ordinario del Tesoro), anche di decenni! Inoltre dà diritto a ricevere ogni sei mesi una somma di denaro, denominata cedola, di un importo fisso e prestabilito. Quello cartaceo era composto da un foglio (mantello) e tanti foglietti cedole (strip). Il mantello rappresentava in sintesi la parte del valore rimborsato senza le cedole e può essere preso in considerazione da solo, in un’operazione chiamata oggi “coupon stripping”, per essere negoziato separatamente come se fosse appunto uno zero coupon.-

– …però tutto questo oggi non si vede…lavoriamo con l’ immaginazione! Compro, vendo, pago, ricavo! Tutto senza mai toccare nulla di concreto; patrimoni che aumentano e diminuiscono nel tempo senza mai sfiorarli con un dito… fa un po’ paura questa cosa…-

Maurizio ride:

– Io so perché ti fa paura: tu hai dell’irrisolto con il deposito di zio Paperone! Mi hai fatto ricordare una scena di te bambina, davanti ad un giornaletto di Topolino, in cui mi dicesti che doveva essere bellissimo tuffarsi da un trampolino in un mare di monete d’oro!-

– Che memoria! Sì, feci addirittura un disegno…-

– Del resto chi non lo ha mai sognato? Però quanti lati positivi ci sono in tutta questa immaterialità! La gestione di tutti gli strumenti finanziari è molto più efficiente rispetto al passato, e per materializzarli basta avere degli obiettivi nella gestione del denaro, e la magia si trasforma in realtà. Quei valori astratti, quando realizzi un progetto, diventano una casa, una macchina, un viaggio, un regalo ad un nipote, insomma vita vera!-

– Concordo… senti a proposito di vita vera: andiamo nel negozio di giocattoli qui a fianco-.

– A fare cosa?-

– Voglio comprare dei soldatini per tuo figlio! Gli dirai che glieli regala un’amica che, quando era una bambina, adorava giocarci con te. E gli spiegherai, come hai fatto con me la prima volta, come poterci trascorrere interi pomeriggi!-

E, nostalgica, si avvia verso la cassa.

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