Beatrice lascia la strada tutta curve, sale lungo una carrareccia tra gli ulivi e dopo pochi metri le appare davanti quel “quadro” così familiare: uno spiazzo, cosi lo chiamava la nonna, e una vecchia casetta di campagna, in pietra, un po’ diroccata, una porta con sopra due finestrelle, il tetto fatto di coppi rossi, a destra il pollaio, di fronte un capannone per gli attrezzi e un recinto per gli animali.
Quanti ricordi di quell’infanzia ormai lontana…
-Eppure sembra ieri…-
pronuncia senza rendersene conto.
E’ la prima volta che torna a Ciasti dopo la morte di Leonella avvenuta anni prima.
E’ partita stamattina da Roma con la sua amica Silvia per una gita eno-gastronomica più che culturale ed è stato naturale fare una piccola deviazione sull’itinerario, ma nessuna tristezza, solo un po’ di nostalgia.
-Ecco, Silvia, questo era il mondo di Nonna Leonella-
-Accidenti è veramente sperduto nella campagna umbra. Ma tu che facevi quando venivi a trovarla? Immagino la noia…-
-Se ti dovessi dire che erano giornate eccitanti mentirei, ma sai la campagna è potente, a volte riesce a sedare anche gli animi più irrequieti e a dettare il suo tempo ed io mi adeguavo ai ritmi rurali, giocavo con gli animali, osservavo le galline, facevo giochi semplici, con la terra, le noci e poi studiavo.-
-Studiavi?-
-Si, nonna Leonella era fissata con l’istruzione e dopo un po’ che giocavi dovevi farti vedere che leggevi qualcosa, altrimenti ti diceva che eri “oziosa”. Pensa che nella fase terminale del parkinson ricordava a memoria tutte le tabelline e le poesie delle elementari-
-Veramente?-
-Adorava la scuola e avrebbe fatto carte false per proseguire gli studi, e scrivendo al duce e implorandolo, le ha anche fatte, ma in campagna non c’era spazio per poesie e tabelline. Si è dedicata anima e corpo al lavoro, tanto da potersi permettere il lusso di far laureare i suoi due figli-
-Una tosta-
-Sì, anche troppo a volte. Ricordo quanto mi piacesse andare a prendere le uova nel pollaio e lei tutte le volte che arrivavo con il cestino, mi faceva tornare indietro a prenderne un altro, e mi diceva:
“Non mettere mai tutte le uova nello stesso paniere!” A nulla valevano i miei “sto attenta, nonna” e “giuro vado piano piano” lei risoluta mi diceva : “Non si può mai sapere, prendi due panieri!“-
Silvia sorride:
-“non si può mai sapere“… saggezza popolare. Tua nonna ti stava insegnando il concetto della diversificazione introdotto per gli investimenti nel 1952 dal premio Nobel Harry Markowitz. Le risorse finanziarie, come le uova, non possono mai andare nello stesso paniere perché nessuno strumento, anche il più performante, il fondo migliore, il settore più promettente, potrà mai essere considerato talmente buono e capace da poter essere usato in esclusiva o quasi.-
-Scusa, ma non lo fanno un po’ tutti in finanza?….-
-No, lo fanno in pochi e molti di quelli che credono di farlo nella sostanza non lo fanno. Per esempio un lavoratore che lavora in un’azienda acquista azioni della stessa azienda, magari lascia lì anche il suo tfr e sottoscrive fondi dello stesso settore. E’ convinto di aver diversificato perché ha allocato le sue risorse in strumenti diversi, ma il rischio è lievitato perché, se quel settore andrà male, probabilmente oltre al suo lavoro andranno male anche tutti i suoi investimenti-
-Inizio a non seguirti…-
-Con un po’ di fantasia è come se, quando tua nonna ti diceva di prendere due panieri, tu li avessi presi e messi uno dentro l’altro…ovviamente avresti avuto due panieri, ma il rischio di rottura delle uova sarebbe rimasto lo stesso. Quindi oltre ad utilizzare panieri/ strumenti diversi, quindi diversificare, serve anche introdurre il concetto di decorrelazione e cioè scegliere settori e strumenti non solo diversi, ma che si comportano in modo diverso tra di loro nelle varie situazioni di mercato. Per esempio se compro 5 titoli azionari e sono tutti bancari e italiani penso di aver diversificato ma ho in effetti uno strumento (azione), un settore (finanziario) un paese (Italia) che si muoveranno presumibilmente nello stesso modo.-
-Ok quindi decorrelare vuol dire utilizzare strumenti/settori/paesi che reagiscono in modo diverso nelle diverse situazioni-
-Sì, anche se in finanza oggi, con la globalizzazione, può essere difficile, ma puntare a farlo assicura una riduzione del rischio.-
Beatrice apre con fatica la piccola porta del pollaio, si china ed entra dentro. Le sembra di vedere le galline ancora appollaiate sui posatoi e in basso i panieri pieni di uova. Fa un bel sospiro e sta per uscire quando, con la coda dell’occhio, nota alla sua destra un vecchio paniere, lo prende e sorridendo dice:
-Me lo porto a casa, ci metterò una pianta in ricordo di nonna Leonella che, inconsapevolmente, mi ha insegnato un concetto da premio Nobel!-