Roberta e Simona sono in acqua da almeno 20 minuti, camminano e parlano; hanno “un intero inverno” da raccontarsi.
Il mare oggi è calmo, l’acqua tiepida; il sole scalda, ma un asolo di vento di tanto in tanto rende il caldo sopportabile.
Alcuni ragazzi, più o meno diciottenni, in circolo, si lanciano la palla, la alzano, la schiacciano colpendosi, ridono, si schizzano, ma soprattutto ridono, tanto.
– Che bella età!- esclama Roberta- non devono pensare a nulla!-
– Sei sicura? I ragazzi di oggi di “pensieri” ne hanno parecchi. Assorbono le negatività che il mondo gli trasmette dalla nascita: mancanza di lavoro, la pensione che non avranno, l’inquinamento che distrugge il loro pianeta. Camuffano bene, ma le sentono come preoccupazioni e su di loro incombe la responsabilità della scelta sulla strada giusta da prendere-
Poi indica un gruppetto di dodicenni che si rincorrono nell’acqua, tuffandosi uno dietro l’altro e continua:
– L’età più bella è quella! Loro sì che sono veramente liberi e spensierati! Non devono scegliere nulla! Non hanno bivi davanti! Nessuno si aspetta troppo da loro e tanto meno loro da se stessi-
– Non avevo mai riflettuto sul peso del dover scegliere nelle varie fasce d’età. E in effetti la prima vera scelta di un bambino credo sia quella delle scuole superiori… prima cosa deve scegliere? Il gusto di un gelato, il colore di un gioco, ma nulla di cui preoccuparsi-
– Già, e scegliere comporta stress a qualsiasi età ed in qualsiasi campo-
conferma Simona
– E’ per questo che è così difficile pianificare… perché pianificare vuol dire necessariamente scegliere. Pre-occuparsi letteralmente vuol dire occuparsi prima di qualcosa che accadrà-
– Mi sembra il discorso che mi ha fatto ieri la mia consulente finanziaria… – riflette Simona ripensando alla chiacchierata fatta con lei il giorno prima
– E’ il suo lavoro: aiutarti a pianificare e a pre-occuparti di un eventuale integrazione alla previdenza di cui avrai bisogno, di accumulare un patrimonio necessario per far studiare i tuoi figli, di come affrontare un problema di salute. E’ un grande sforzo, ma va fatto, perché, dopo, tutto è più facile –
– Esattamente! Mi ha detto che dobbiamo dare un nome ai soldi, sia a quelli che serviranno per realizzare i miei sogni che a quelli che accumuliamo per affrontare paure o preoccupazioni… e un nome anche per quelli messi da parte per il “non si sa mai”. Perché anche il “non si sa mai” può essere pianificato e affrontato con una soluzione-
– Interessante questa cosa del dare il nome al “non si sa mai”…- riflette Roberta
– Il “non si sa mai” può essere risolto ad esempio con delle coperture assicurative… Se ci pensi quando si lasciano i soldi in liquidità per paura, ad esempio, di non essere più autosufficienti o per problemi di salute gravi… sono tutti “non si sa mai” che possono essere soddisfatti realmente solo con delle coperture assicurative perché non saranno mai i 5-10–20 o 30.000 sul conto che potranno risolvere il problema…-
Ma Roberta è distratta, sta guardando uno dei bambini che scherza con un’amichetta, la schizza, sta cercando di farla cadere in acqua… e con un sorriso malizioso dice a Simona:
– Secondo me ha scelto lei…-
E li guarda mentre, caduti in acqua, giocando, si abbracciano con il modo impacciato tipico di chi non lo ha mai fatto prima e l’inconsapevolezza di provare un piacere diverso e sconosciuto.