-Quel ramo del lago di Como-
-Promessi Sposi!
“In un paese della Mancia…” –
– Don Chisciotte!
“Era un vecchio che pescava…” –
– Il vecchio e il mare!
“Gregor Samsa, svegliatosi una mattina…” –
– La metamorfosi!
“A lungo mi sono coricato di buonora…” –
– La Recherche!
“Era una notte buia e tempestosa…” –
– Snoopy!-
E scoppia a ridere in modo irresistibile come una bambina! E siccome la risata è contagiosa, Giovanni la segue a ruota.
Si divertono così Giovanni e Leda oggi. Due amici, colleghi, che in questo sabato pomeriggio, durante un aperitivo, fanno un botta e risposta di letteratura: loro grande passione
-Hai fatto caso che c’è sempre un incipit che resta scolpito nella memoria…? –
-E’ vero. E la cosa bella è che il ricordo di quell’ inizio ha una potenza incredibile, si trascina dietro un mondo… –
– E secondo te le fini hanno la stessa forza? Intendo le frasi finali dei libri?-
Giovanni pensa e ripensa e poi le risponde:
– … sicuramente la forza dei finali è inferiore, ma anche tra loro ce ne sono alcuni che aprono degli spazi immensi: basta pensare alla risposta di Florentino Ariza ne L’ amore ai tempi del colera: “per tutta la vita”. Un brivido che mi passa sulla schiena ogni volta che ci penso. E a te cosa viene in mente?-
– Margaret Mitchell, Via col vento: “Dopotutto domani è un altro giorno”-
Giovanni scoppia a ridere :
E certo Rossella O’ Hara è la tua essenza… per te ogni scorciatoia per non pensare e non riflettere va bene…-
-Ma che c’ entra? Che ho detto di strano?-
-Anzi sai che ti dico? Che Rossella O’ Hara secondo me aveva origini italiane – e scoppia a ridere
-Ma tu non stai bene … mi spieghi che associazioni stai facendo?-
-Perché in quella frase, sicuramente piena di ottimismo, c’ è un pò la nostra sindrome del rimandare a domani, della provvidenza che prima o poi arriva e ci salverà, del “ sì, so che c’è un problema, ma lo affronterò domani”, insomma il last minute come soluzione finale, la gestione dell’ emergenza per non aver pianificato-
-Ok stiamo passando dal gioco al serio a quanto pare… anzi direi al “pesante”…e comunque, anche se ti sembrerà strano, concordo. Tu, però, stai pensando a qualcosa in particolare, vero?-
– Sai che siamo tra le popolazioni più longeve e che tra qualche decina di anni gli over 65 saranno il 30% della popolazione?-
-Sì, certo che lo so, è un andamento demografico ormai noto a tutti: poche nascite e sempre più anziani che vivono sempre più a lungo-
– Bene, e sai anche che il nostro sistema pensionistico è contributivo e a ripartizione?-
– Lo so, anche se non saprei spiegare benissimo cosa vuol dire-
– Te lo spiego io. Contributivo vuol dire che quando smetti di lavorare, con un semplice calcolo matematico, si vedrà quanti contributi hai versato durante la tua vita lavorativa e in base a quelli si erogherà la tua pensione-
– … capirai, io ho cominciato da pochissimi anni perché prima non avevo un contratto che li prevedeva… –
lo interrompe Leda.
– Sei in copiosa compagnia purtroppo… Sistema a ripartizione vuol dire che tu non hai la tua “cassaforte” con il tuo nome in cui sono conservati i contributi che stai versando, o meglio ce l’ hai a livello virtuale, perché nella realtà i tuoi contributi di oggi servono per pagare le pensioni a coloro che hanno già smesso di lavorare.
Ne consegue che se i giovani che versano i contributi sono sempre meno e gli anziani che godono delle pensioni sempre di più cosa succederà tra qualche anno?-
– C’è scritto ovunque che ci saranno problemi seri, il sistema della previdenza obbligatoria non reggerà e le nostre pensioni saranno a rischio e comunque molto basse-
– Bene, vedo che ne sei consapevole. Sai perfettamente quindi che il gap pensionistico, cioè la differenza tra il tuo ultimo stipendio e la tua prima rata di pensione, sarà elevatissimo. Tu cosa hai fatto per affrontare fin da ora il problema di dover vivere con meno del 50% del tuo reddito? Perché questa è la stima. Come hai pianificato una soluzione? Perché ad una preoccupazione dovrebbe seguire un’ azione…-
Silenzio assordante.
Giovanni continua ad incalzarla e affonda:
– … ecco! Qui ci starebbe bene un “dopotutto domani è un altro giorno!”- e ride di nuovo
– Certo che sei micidiale! Questo è terrorismo psicologico!-
– No, questa è consapevolezza, senso di responsabilità e maturità. Perché abbiamo il dovere verso noi stessi di accumulare le riserve da ora se vogliamo goderci la vecchiaia secondo le nostre aspettative. Tu cosa vuoi fare quando smetterai di lavorare?-
le chiede Giovanni.
-Io vorrei viaggiare, andare spesso al ristorante, vedere tanti film e leggere tanti libri e se mi regge il fisico giocare a tennis tutti i giorni …magari da ferma… –
-Come vedi se a questi desideri aggiungi che dalle stime di oggi potresti arrivare anche ai 100 anni (rischio longevità) e quindi dovrai aggiungere le spese per medicine ed assistenza sanitaria ai conti dei pasti, che ti auguro di fare nei ristoranti stellati, capisci bene che non solo la pensione sarà inferiore alla metà del tuo reddito, ma le spese, contrariamente a quanto si possa pensare, non diminuiranno ma lieviteranno.-
– E tu hai fatto qualcosa?-
– E che pensi che predico bene e razzolo male? Io ho sottoscritto un fondo pensione qualche anno fa. L’importo è sicuramente basso e insufficiente per garantirmi una pensione integrativa soddisfacente, ma intanto ho iniziato; è sicuramente meglio di niente, e poi spero che negli anni riuscirò ad aumentare l’ importo. Inoltre considera che prima si inizia a risparmiare, maggiore sarà la spinta per i rendimenti. Insomma, è meglio non perdere tempo! Perché, sarà banale, ma letteralmente, in questo caso, “il tempo è denaro”!-
– Perché non me ne hai mai parlato?-
– Perché l’unica volta che te ne ho accennato, qualche anno fa, mi hai detto che te ne aveva già parlato il tuo consulente finanziario e gli avevi detto: “ok, ci penserò”-
Leda lo guarda, alza il bicchiere verso Giovanni e sorridendo gli dichiara:
– Ho riflettuto e credo che avere un mio fondo pensione sia una decisione saggia: ho deciso che dopotutto l’altro giorno è proprio oggi!-
E brindano come ad ogni spritz!