Chi è Ambrogio? Che cosa sono i megatrend? La robotica e l’ intelligenza artificiale sono la stessa cosa? Perché a volte le innovazioni fanno paura.
Una casa in riva al mare, un prato verde ed un cancello che si affaccia su una lingua di sabbia. Sotto, a pochi metri, il mare trasparente. Per i componenti della grande famiglia Marini, che lì trascorre le vacanze da decenni, è il paradiso!
Non si sa per quale strana alchimia, a pranzo, qualsiasi sia l’ ora, convergono tutti intorno al tavolo: chi dal campo di beach volley, chi direttamente dal letto, dalla spiaggia o dalla battuta di pesca. E anche oggi sono in formazione completa: tutti gli undici componenti.
Le voci si accavallano, ognuno sovrasta l’altro e, come da copione, ognuno segue il suo discorso senza curarsi della fine di quello dell’ altro, con estrema disinvoltura. Un ospite resta sempre “piacevolmente” impressionato da questa capacità che hanno di fare collegamenti impensabili tra i diversi racconti, riuscendo a seguirne il senso più o meno logico: un pazzesco dedalo di strade cinesi, questo è quello a cui potrebbe essere assimilata una loro conversazione a tavola.
Dal cancello fa capolino Gerardo, il giardiniere. Saluta, gira i tacchi e se ne va: non è certo il momento per tagliare il prato, lo capisce da solo senza che qualcuno glielo dica.
La sua comparsa ha però richiamato in Daria un ricordo:
-Vi ricordate quando stavi sdraiato a prendere il sole e qualcuno urlava: “attenti, correte, arriva Ambrogio!!!” E tutti di corsa a togliere di mezzo ciabatte, asciugamani e qualsiasi oggetto presente sul prato?-
Scoppiano tutti a ridere.
– E le facce che facevano gli ospiti all’ annuncio che stava per arrivare Ambrogio? Schizzavano tutti in piedi, terrorizzati, senza capire chi fosse, probabilmente immaginando un mastino…-
rimarca Claudia, con le lacrime agli occhi per le risate.
Massimo è l’ultimo entrato in famiglia e un pezzo di storia se l’è persa ma, a furia di ascoltare racconti, sta recuperando il tempo perduto. Li osserva mentre tutti ridono a crepapelle:
-Scusate, mi dite chi era questo Ambrogio? E’ la prima volta che lo sento nominare!-
chiede Daria comincia a raccontare:
-Ambrogio era un robot-tino addetto alla tosatura del prato, programmato a determinati orari per uscire dalla sua “cuccia”, come la chiamavamo noi, e aveva un solo limite: il confine datogli dai fili metallici intorno al giardino; per il resto tranciava in mille fettucce qualsiasi cosa incontrasse lungo il percorso: teli da mare, costumi, infradito …ha fatto veramente tanti danni, ma veramente tanti!-
Claudia si riprende e riflette:
-Sai, erano diversi anni fa e avere un robot che, a livello domestico, svolgesse un compito fino a quel momento svolto da una persona era abbastanza avveniristico e quindi, passata la paura, gli ospiti rimanevano comunque affascinati a guardarlo all’opera-
Massimo sorride al pensiero:
-Certo che siete proprio anziani…oggi avere un robot in casa è la normalità, da quello per le pulizie ad Alexa che accende e spegne luci ed elettrodomestici… la robotica non è più appannaggio esclusivo dell’industria, è entrata in tutte le case-
-Hai ragione, stiamo affrontando una vera rivoluzione tecnologica che coinvolge ogni aspetto della nostra vita, dalla cardiochirurgia alle auto senza conducente-
-E infatti il settore della robotica è uno dei più importanti megatrend-
afferma Massimo Giuseppe, il capostipite, interviene chiedendo:
-Che cosa sono i megatrend?-
-I megatrend sono delle forze dirompenti in grado di effettuare dei cambiamenti strutturali nell’economia, con un forte impatto ovviamente anche a livello sociale, dove avvengono, inevitabilmente, delle trasformazioni in termini di abitudini e stili di vita; basti pensare a come internet ha modificato la nostra vita…-
-Quindi le innovazioni tecnologiche sono un megatrend?-
cerca conferma Giuseppe
-Sì, ma lo sono anche l’urbanizzazione, i cambiamenti climatici, la demografia, la digitalizzazione: tutti megatrend futuri, sui quali investire adesso-
-Quindi ci sono fondi di investimento che investono nei megatrend?-
interviene Daria.
Massimo, ferrato sull’ argomento, prende in mano il comando della conversazione:
-Certo, il gestore seleziona i titoli delle società che partecipano e che beneficeranno di queste trasformazioni in atto, con uno sguardo a lungo termine e riducendo la correlazione con le oscillazioni quotidiane dei mercati finanziari. Quindi con questa tipologia di investimenti si riesce a fare quello che andrebbe sempre fatto quando si investe: spostare lo sguardo dall’ oggi al domani, consapevoli che la crescita non è mai lineare-
-Tornando alla robotica…è la stessa cosa dell’ intelligenza artificiale, giusto?-
domanda Giuseppe che non è il solo ad avere un po’ di confusione sull’ argomento …
-No. Non lo è…L’ intelligenza artificiale (AI o IA) è una branca dell’ informatica che sviluppa programmi in grado di svolgere funzioni che necessiterebbero dell’ intelligenza umana, come ascoltare, percepire, comprendere, tradurre e intraprendere operazioni in autonomia come gli esseri umani.. quindi, come la robotica, svolgono azioni in sostituzione dell’ uomo, ma l’ IA non interagisce con lo spazio fisico, come invece fa la robotica, e la sua applicazione nella robotica non è che una parte infinitesimale-
-Eppure pensavo fossero due mondi sovrapponibili…-
si intromette Claudia
-No, assolutamente sono ben distinti; c’ è solo una zona in cui si sovrappongono ed è quella degli AIR (Artificial Intelligent Robots), robots al cui interno c’è una IA che controlla il loro comando.-
-Ma allora perché i due concetti spesso vengono confusi?-
chiede Giuseppe che, a questo punto, ha una crisi di identità su Ambrogio…
-I robot ripetono meccanicamente azioni senza dover “ragionare”, mentre gli AIR sono quelli su cui riversiamo il nostro terrore di essere spiazzati e sostituiti nelle nostre professioni. Da qui la paura di uno scontro umani-macchine e il timore che gli IAR possano sviluppare una coscienza ed esigere conseguentemente dei diritti. Se poi i robots dotati di IA diventassero un bene pubblico allora potremmo liberarci del lavoro dando origine ad un nuovo schiavismo!-
-E vabbè, un film…!-
scoppia a ridere Daria
– ma quanto hai bevuto? Io credo che questa paura ci sia sempre stata nei momenti in cui si sono presentati all’orizzonte dei cambiamenti radicali; è stato così anche nella prima rivoluzione industriale, ma ritengo che queste preoccupazioni sociali ed economiche siano piuttosto utopistiche-
-Si, sono d’accordo con te, ma quando c’è paura il ragionamento viene meno. Siamo distanti dai replicanti di “Blade Runner”, e penso che dobbiamo cogliere le opportunità che le innovazioni tecnologiche ci presentano, trovando il modo di gestirle e traendone del valore anche investendo in esse.-
La conversazione questa volta è stata stranamente lineare ed ordinata; i megatrend della robotica e dell’ intelligenza artificiale sono riusciti a monopolizzare l’attenzione per qualche minuto, ma il rumore di un tappo che salta in aria spezza l’ incantesimo. E’ Giuseppe, l’addetto all’apertura delle bottiglie di prosecco: in meno di un secondo ognuno prende il proprio bicchiere in mano e, in attesa della mescita, inizia il proprio discorso… e ricomincia il caos…