DUE GIORNI ALLE TERME

Monia sbuffa… sbuffa da stamattina quando già uscire di casa le è costato tutta l’energia della giornata.

E’ un mercoledì di fine settembre, i colori del cielo comprendono tutte le gradazioni del grigio e Monia davanti alla sua scrivania fa fatica a carburare.

Prende un caffé, poi legge svogliata qualche mail, la rilegge, prende un altro caffè.

Le vacanze sono finite da poco, l’atmosfera al lavoro è tesa e tra le peggiori mai vissute nella sua vita professionale; i suoi colleghi più cari oggi non ci sono, sono fuori per appuntamenti, in compenso ha vicino quelli che le trasmettono solo una voglia matta di scappare…e poi squilla il telefono: è Simone, il suo più caro amico:

-Simone, ciao ! Che bello sentire la tua voce! Ci voleva proprio-

-Ciao Monia, a che ora finisci oggi?-

– Credo intorno alle 17, ma se ti serve qualcosa posso uscire prima. Perché me lo chiedi?-

-Ok, serve che esci prima-

-Cosa è successo?-

chiede Monia più incuriosita che preoccupata

-Ho prenotato due giorni alle terme di Bormio. Sbrigati a tornare a casa, prepara la borsa e ti passo a prendere-

-Le terme? Oddio Simone…ma un altro posto no? Ti ringrazio tanto, ma io già sono depressa e tu mi porti alle terme? Così mi ricoverano direttamente.-

-Ci sei mai stata?-

-No, ma ci andavano i miei nonni lì, facevano i fanghi, giocavano a scopa e a bocce…Mi ricorda un posto per anziani… con tutto il rispetto per la tua bella sorpresa, ma non ho tanta voglia di passare due giorni tra camici bianchi e terapie di fumi e zolfo- Simone sorride, ha sempre apprezzato la schiettezza di Monia:

-Monia, tu non hai idea di come sono diventate! –

E Simone con il suo solito entusiasmo inizia l’arringa…

-Erano per anziani e malati, ma ora sono per quelli stressati come noi che hanno bisogno di evadere e trovare un ambiente rilassante, di fare un viaggio onirico e pieno di coccole! Nel 2001 hanno restaurato tutto, al posto degli antichi bagni di Bormio c’è una vasca panoramica meravigliosa, bagno turco con cromoterapia, getti d’acqua sotto i piedi, grotte sudatorie, massaggi. Per darti un’idea della struttura: sono passati da un fatturato di 300 milioni di lire e sei dipendenti a un fatturato di 12 milioni di euro. Hanno aperto una decina di strutture di cui una in Francia, per un totale di 68 milioni di fatturato e più di 700 dipendenti; praticamente della struttura dove andava tuo nonno è rimasta solo l’acqua. –

-Addirittura? E come sono riusciti a fare tutto questo? Erano una famiglia di costruttori o qualcosa del genere…-

-Hai presente quando uno ha un’ intuizione? Ecco, i due fratelli Andrea e Saverio Quadrio Curzio hanno ricevuto in dote dalla famiglia le terme e hanno capito che bisognava rompere quell’associazione tra terme e mondo clinico, il benessere e il lusso non era più solo nel possesso di oggetti, ma nell’esperienza. Hanno fatto un’operazione geniale: partendo dal vecchio hanno creato un impero: inventiva, capacità, voglia di crescere e un po’ di finanza e Qc Terme è diventato un colosso delle terme e un esempio di imprenditoria italiana-

-Che intendi con un po’ di finanza?-

-Beh il private equity gli ha dato una grossa mano.-

-Che? Cos’è il private equity?-

-Monia, ma non possiamo parlarne in macchina durante il viaggio?-

-Mica devi farmi una lezione dimmi solo cos’è-

-E’ un’attività che prevede investimenti di medio e lungo termine da parte di investitori istituzionali in imprese non quotate con un grande potenziale di crescita. Ovviamente l’obiettivo è quello poi di vendere la partecipazione acquisita quando la società ha raggiunto lo sviluppo previsto. Il private equity prevede anche un coinvolgimento dell’investitore a livello imprenditoriale, un contributo nello sviluppare idee. Nel caso di QC Terme hanno partecipato alcune delle principali famiglie finanziarie del paese e i due fratelli potranno così perseguire il loro progetto di crescita: la prossima apertura di una struttura a New York nei pressi della Statua della Libertà e forse la quotazione in borsa nel 2023. Allora ti passo a prendere tra un’ora?-

-Va bene, ho capito che del clima ospedaliero è rimasto poco…ma…non è che è un posto un po’ troppo romantico per noi?-

-Tranquilla è rimasto un campo di bocce, giocheremo con quelle, come i tuoi nonni. Sbrigati! –

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