UN DISASTRO INCONSAPEVOLE

Pino e Assunta sono molto anziani, non hanno potuto avere figli e, come spesso accade in questi casi, se non ci si separa, si crea quel legame indissolubile e di dipendenza reciproca tipico delle coppie senza figli.

Hanno 93 anni lei e 95 lui e sono in forma perfetta, vivono da soli con i loro riti quotidiani, in primis quello delle due ore cadauno in bagno.

Sono gli anziani più profumati del mondo; è una delle loro preoccupazioni principali: “la casa non deve odorare di vecchio!“. Da qualche tempo fanno tra di loro conversazioni tragi-comiche su come riuscire a morire insieme.

-Pino possiamo buttarci insieme dalla finestra-

gli propone Assunta e lui:

-Ma io non riesco a salire sulla finestra, cado prima-

-Ti aiuterei io, Pino-

-E già… ma noi siamo al secondo piano e se poi non moriamo o muore solo uno di noi due ?-

Insomma conversazioni quotidiane fatte con una tale disinvoltura e leggerezza da far sorridere. Del resto hanno vissuto una vita “piena” e molto lunga, forse sono stanchi, ma allo stesso tempo sereni e lucidi.

Sono circondati dai molti amici di una vita, ma i veri affetti sono i due nipoti ai quali vogliono lasciare il loro patrimonio: Ambra e Massimo

E’ una situazione semplice e lineare: hanno un immobile con box, liquidità in banca e, non avendo figli né genitori, a parte il 50% obbligatorio per legge da destinare l’un l’altro in quanto coniugi, possono disporre del loro patrimonio come vogliono.

-Pino, scriviamo un testamento!-

ripete Assunta continuamente ma Pino è refrattario all’argomento e tergiversa nonostante la preoccupazione della moglie:

-Pino, non abbiamo figli ne’ genitori, possiamo disporre del nostro patrimonio come vogliamo, ma se non facciamo nulla ora, l’eredità andrà a tutti i nipoti, anche quelli di Ranciano che non vediamo da 50 anni e che mandano solo lettere per chiedere soldi!-

-Hai ragione Sunta- così la chiama affettuosamente -scriviamo il testamento!-

Terrorizzati entrambi dal possibile attacco selvaggio da parte di improbabili parenti che potrebbero arrivare dopo la loro morte per pretendere la loro parte, finalmente trovano un accordo e decidono di agire in vita affinché il loro patrimonio mobiliare e immobiliare vada ognuno per la quota parte al proprio diletto nipote.

Decidere di agire in vita vuol dire optare per una successione testamentaria anziché per una successione legittima quale sarebbe stata se avessero lasciato la divisione alle disposizioni di Legge.

-Pino, come si scrive un testamento?-

-Scriviamo che io lascio la mia parte a mia nipote e tu al tuo-

-Ma no, Pino! Questo andrebbe bene se morissimo insieme, ma moriremo uno prima dell’altro, quindi dobbiamo specificare che fino a quando uno di noi è in vita possiede tutto e solo dopo la morte di entrambi tutto andrà ai nipoti-

-Hai ragione, non c’avevo pensato. Allora parlo con Mauro, lui è esperto. Lo ha fatto anche per sé, si era già informato-

Si affidano così al consiglio del vecchio amico con dubbie conoscenze legali e redigono un testamento olografo, cioè un testamento che non necessita né della presenza del notaio né dei testimoni, e di loro pugno scrivono ognuno il proprio testo:

Lascio tutto a mio marito/moglie e, solo dopo la sua morte, la mia parte a mio nipote”.

I due testamenti sono perfettamente speculari. Li datano, li firmano e chiudono tutto in due buste. Sono felici, soddisfatti e ignari del disastro che hanno combinato.

Assunta lascia questo mondo per prima, si apre il testamento e Pino si ritrova ad avere il 100% del patrimonio lasciato dalla moglie.

Il nipote di Assunta sa che è una situazione temporanea perché alla morte di Pino verrà rispettata la volontà del testamento di Assunta.

E’ veramente temporanea?

Purtroppo no.

Perché quanto disposto da Assunta per il “dopo Pino” non vale nulla!

Quando Pino lascerà questo mondo varranno solo ed esclusivamente le disposizioni di Pino, pertanto tutto andrà a sua nipote Ambra mentre a Massimo, nipote di Assunta, non spetterà niente.

La volontà di Assunta non potrà essere rispettata.

E’ solo un esempio di come spesso si è convinti di agire al meglio ottenendo un risultato completamente diverso da quello desiderato.

Pino e Assunta sono stati lungimiranti perché hanno fatto qualcosa, ma tra fare qualcosa e fare bene qualcosa c’è il confronto con una persona competente.

Sarebbe stato sufficiente rivolgersi ad un professionista anziché ad un amico e lui avrebbe immediatamente sollevato il dubbio, accompagnando gli anziani signori verso la corretta decisione.

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