Otto di mattina, Kiara entra nel solito bar.
Valerio, il barista, non l’ha ancora vista e lei sgaiattola sul lato del locale, si siede ad un tavolo ed inizia ad osservarlo; ne ammira le doti, tipiche del barman italiano, così scontate nella quotidianità frenetica di ogni caffetteria.
–Un caffè, molto caldo!-
–Uno macchiato, al vetro!-
–Un caffè freddo e uno schiumato –
–A me uno lungo, per favore-
–Un caffè corretto, grazie-
E tra sé pensa:
–Siamo riusciti a rendere complicata anche una cosa facile: “o caffè!”-
Osserva Valerio mentre si destreggia tra piattini lanciati sul bancone e tazzine bollenti adagiate sopra. Sembra quasi imporre la sua presenza producendo una potenza di decibel cui ormai gli avventori sono abituati. Si muove con disinvoltura Valerio, è rapido, non teme tutte le folli richieste dei clienti, le memorizza e non sbaglia mai. Incanta tutti con le sue leggende sull’origine del caffè e oggi è la volta di quella che lei preferisce: “un pastore etiope porta le sue capre al pascolo, che quel giorno mangiano un nuovo tipo di bacche. Le capre non dormono per tutta la notte a causa dell’eccitazione. Incuriosito, il pastore abbrustolisce i chicchi, frutti della pianta, li macina e li mette in infusione ottenendo la prima tazza di caffè della storia”.
Passano i minuti e il locale inizia a svuotarsi, succede sempre così dopo l’ora di punta e Valerio finalmente la vede, molla tutto al suo collega che è finalmente arrivato e si dirige verso di lei:
-Ehilà Kiara bentornata! quando sei arrivata?-
La saluta con il suo solito sorriso.
-Sono atterrata ieri sera tardi-
-Ti è mancato il mio caffé?-
-E certo! un mese all’estero per me è troppo. Considera che in blasonate caffetterie se chiedi più di una cosa impiegano 5 minuti per capire, memorizzare, per poi, a volte, riuscire a sbagliare-
-So a cosa ti riferisci…e il prezzo è anche altissimo-
-E pensare che con l’enorme offerta delle coltivazioni brasiliane il prezzo del caffè come materia prima è bassissimo… sono veramente tante le dinamiche che muovono i prezzi del caffè e delle commodities in genere…-
-Cosa sono le commodities?-
chiede Valerio incuriosito. –
Una commodity è un bene fisico trasformabile o consumabile che viene scambiato dagli operatori che lo utilizzano. Sono commodities hard quelle non deperibili come il petrolio, i metalli e il gas, e soft quelle deperibili come i prodotti agricoli, il sale, lo zucchero, il grano, ecc. A volte in una pianificazione finanziaria accanto alle classi di investimento tradizionali vengono introdotti degli investimenti alternativi, quali appunto le commodities, proprio perché si muovono diversamente dal resto; si dice che sono decorrelate –
-Mi stai dicendo che gli investitori si scambiano i sacchi di caffè e i barili di petrolio o le fascine di grano da una parte all’altra del mondo?-
chiede Valerio consapevole che non può essere così.-
-Ma no! – sorride Kiara -Ovviamente gli scambi avvengono per lo più con contratti derivati che non arrivano quasi mai allo scambio fisico dei prodotti-
-Contratti derivati: chiarissimo come un caffè doppio!!! Non ti seguo più… –
-I contratti derivati sono di diverso tipo: future, opzioni, swap e si chiamano così proprio perché il loro valore deriva dall’andamento dei prezzi delle materie prime a cui sono legati. Il loro è un mondo complesso in cui un risparmiatore, benché affascinato e incuriosito, difficilmente riesce a muoversi senza “farsi male”…-
-E allora il settore delle commodities resta un settore solo per professionisti!- asserisce Valerio.
-No, assolutamente, resta un’ asset class, così si definisce una classe di investimenti, rischiosa e molto volatile, ma può essere avvicinato con il risparmio gestito. Attraverso esso, infatti, i vari risparmiatori delegano una persona, gestore professionista ed esperto, ad eseguire le operazioni e scegliere gli strumenti in cui investire. Questo non esclude il rischio, ma garantisce una gestione dello stesso grazie alle competenze e le conoscenze di chi opera-
Valerio ne ha abbastanza:
-Una cosa è certa: la parola caffè evoca sempre qualcosa di piacevole…e spesso chiedere di prendere un caffè insieme ha sotto il piacere sottile di fare due chiacchiere con un amico o cliente. Io la definirei una bevanda sociale e spesso è un modo per dire ti voglio bene… lo prendi un caffè?-