Marina e Simone sono colleghi, Consulenti Finanziari da vent’ anni, chiedono il loro solito caffè al bar e tra una chiacchiera e l’altra finiscono a parlare sempre di lavoro:
-Simone, ti ricordi quando all’ inizio avevamo a disposizione solo tre fondi comuni d’investimento: uno azionario, uno bilanciato ed uno obbligazionario con commissioni di ingresso del 5%?-
chiede Marina
-…e quando nel 2000 c’era la fila per comprare i primi fondi tecnologici?-
ribatte Simone
– Eravamo consulenti-venditori, adesso siamo consulenti-olistici; gli incontri con il cliente sono diventati la punta di un iceberg fatto di ore di formazione on line e in aula, incontri con gestori, pianificazione, gestione dell’emotività del cliente, affiancamento del cliente nella risoluzione di problematiche, che nulla c’entrano con i prodotti finanziari, con il supporto di altri professionisti-
-Peccato che siamo ancora remunerati sul collocamento del fondo.. ma secondo me è una distorsione che tra qualche anno verrà risolta-
sottolinea Simone con tono di chi è molto coinvolto dall’argomento, ma non polemico.
– Mifid ci ha sicuramente complicato la vita a livello burocratico, ma in effetti ha contribuito all’evoluzione della nostra professione mettendo al centro il cliente e dando una consapevolezza maggiore a lui e a noi-
– Si, anche se quest’attesa spasmodica dell’applicazione della Mifid II ci ha veramente logorato-
Mario, il barista, si intromette e chiede:
– ma insomma se po’ sapé che è ‘sta Mifid e Mifid II, che m’avete incuriosito?-
Marina sorride e con soddisfazione tenta una spiegazione davanti al bancone:
-In sintesi la Mifid (Markets In Financial Instruments Directives) è una normativa europea che aumenta la tutela del cliente imponendo la raccolta di informazioni sulle sue competenze, le sue esperienze e le sue capacità di reddito e risparmio, oltre ovviamente alla dichiarazione della sua propensione al rischio. Ora con l’entrata in vigore della Mifid II siamo arrivati anche all’invio al cliente di un documento in cui vengono comunicati i costi sostenuti per la gestione dei suoi risparmi, compresi quelli per la consulenza, e quanto dell’ importo è retrocesso alla banca. Ovviamente una parte di quell’importo andrà al consulente-
– Ma se il costo c’è sempre stato, e non è manco aumentato, allora che è cambiato co ‘sta Mifid 2? Me sembra tanto rumore per nulla! –
esclama Mario.
Marina entra nel dettaglio:
– La differenza è che prima il costo era espresso in percentuale nella scheda dei singoli fondi, adesso, invece, viene esplicitato in modo complessivo nero su bianco su un documento. Il cliente sarà in grado di vedere quanto di ciò che paga è destinato anche a remunerare le attività che il consulente compie per lui. Sarà troppo? Sarà poco? La consapevolezza regalerà ad entrambi la possibilità di valutare e parlarne. Servirà ad entrambi. Starà al cliente stabilire sulla base del rapporto con il suo consulente se quel prezzo da pagare è COSTO o VALORE così come potrà fare il consulente dal suo punto di vista. Una bella occasione per poterlo scoprire insieme-